lunedì 30 gennaio 2012

NUOVA VERSIONE



                       THE HOLY ZEN.WORDPRESS



Internazionale - Al Jazeera

Yuan o non yuan, questo è il problema

Inchieste del New York Times

In China, Human Costs Are Built Into an iPad.


Apple ha raggiunto un fatturato da record, diventando l’azienda con il più alto valore in borsa al mondo. Per sostenere il ritmo della domanda dei suoi prodotti, ha deciso di produrli in Cina. A scapito delle condizioni di lavoro delle persone che lavorano nelle catene..



Tim Cook responds to claims of factory worker mistreatment: “We care about every worker in our supply chain”

Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda californiana, ha scritto un’email ai dipendenti in risposta all’articolo del New York Times che accusa la Apple di maltrattare i lavoratori delle sue fabbriche in Cina.

domenica 29 gennaio 2012

Pazzie Editoriali

Il GiornaleA NOI SCHETTINO, A VOI AUSCHWITZ

Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia. Era italiano anche Giorgio Perlasca, fascista convinto, che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5mila ebrei. È vero, noi italiani siamo fatti un po’ così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all’opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l’Europa. 




Questa è un estratto della risposta che un direttore di giornale ha sentito di dover dare ad un articolo che probabilmente non ha letto. Alessandro Sallusti usa, con un'onestà intellettuale invidiabile, il terribile passato nazista della Germania per rispondere alle accuse velate di codardia che, attraverso il dramma della Concordia e la pessima figura del Comandante Schettino, il giornale tedesco Der Spiegel commuta all'Italia intera.



                             






venerdì 27 gennaio 2012

Jacob Olesen è Bohumil

http://www.teatrionline.com/2012/01/jacob-olesen-e-bohumil/

Un corpo nudo di donna, una peonia, una granita di lampone che schizza via dalle mani, una tavola imbandita. Sono lì davanti agli occhi, eppure in scena non c’è nulla. Solo un grande spazio nero, un uomo in livrea, una valigia, nient’altro. continua...

mercoledì 25 gennaio 2012

The Burning Ear - Blog che propone una selezione della migliore musica in rete.

The Burning Ear
And on the eighth day the Lord (of the Internet) said “Let there be a music blog that is not such a shit-show, that finds only the best tunes and delivers them to me in a timely and moderately entertaining manner.” And then I said, “Oh, you don’t know about The Burning Ear? Duh.”


The Burning Ear is a music blog for people who don’t have time for music blogs. TBE sifts through tons of new music and bring the best of the best right here. TBE focuses on new music but we aren’t about the bleeding edge, the next big thing, or the “new” new (There are plenty other music blogs for that). While other music blogs pillage through the interwebs to shove new updates out, TBE is only about the good stuff. The top notch. The tunes you will find here are tried and true and more than likely will come from an album full of similarly fantastic jams. With that in mind, TBE may even talk about a band you have already heard of like 5 weeks ago. Relax! Not everyone is so on top of their shit! Anyway, welcome. We are stoked to have you here.

Imaging-resource.com

Imaging-resource.com 

Portale di fotografia. Informazioni tecniche sulla strumentazione, gallerie fotografiche con un concorso giornaliero che premia la migliore foto del giorno.

  
                                                     Curious
                                              Mike Landwehr

Louis Armstrong - Grassa e Bella

Teatro: 
Roma, debutta domani 'Il mio nome e' Bohumil' con Jacob Olesen

LiberoQuotidiano.it

venerdì 20 gennaio 2012

Appunti di crisi


RAPPORTO CENSIS: “SENZA INNOVAZIONE NON C’E’ CRESCITA”.

Il rapporto annuale sulla situazione sociale del paese, elaborato dal Censis e diffuso lo scorso 2 dicembre, ha analizzato le cause del ristagno economico che, accompagnato dalla negativa congiuntura economica internazionale, caratterizza e distingue il nostro paese rispetto alle altre economie europee. Carenza di leadership,  abbassamento della qualità professionale, formazione inadeguata e crisi dei servizi i limiti individuati dal Centro Studi Investimenti Sociali.

Il sistema-Italia non cresce più, e non cresce oramai da dieci anni. Il Censis, nel suo rapporto annuale, traccia alcune linee interpretative della situazione economico-sociale del nostro paese. Gli indicatori utilizzati dalla ricerca individuano dei settori in deficit della nostra struttura produttiva che, comparati con gli standard europei, collocano l’Italia alle ultime posizioni nello sviluppo globale delle economie occidentali. Lo studio parte dall’analisi della classe dirigente del Paese: “Poche donne, età media elevata, qualificazione formativa non eclatante: le tre caratteristiche osservate, insieme alla contrazione della dimensione complessiva, indicano che la debolezza delle classi dirigenti è un fenomeno attribuibile non esclusivamente ai comportamenti dei vertici più elevati – afferma il Censis -, ma che si estende all’intero strato sociale di riferimento”. La classe dirigente italiana si è ridotta nel numero (100.000 unità), nella componente giovanile (Da 210.000 a 170.000 unità in termini assoluti), nella stima percepita (Solo un quarto dei cittadini italiani dichiara di avere fiducia nelle principali istituzioni rappresentative; non va meglio per quanto concerne sindacato, stampa, televisione, giustizia), in controtendenza rispetto al resto d’Europa.

La classe dirigente risente comunque di carenze strutturali che hanno radici ancor più profonde: se già nel quinquennio di espansione economica 2000-2005 l’Italia cresceva solo del 5%, nell’intervallo decennale 2000-2010 la crescita scende al 4%, contro i 22,7% della Spagna e l’11,9% della Francia. Per il Censis “tale dinamica è stata sicuramente condizionata dalla qualità della crescita occupazionale registratasi in Italia negli ultimi anni, che ha visto aumentare i lavori a bassa o nulla qualificazione a scapito di quelli più qualificati sotto il profilo professionale e formativo”. La mancanza di strategie imprenditoriali di ampia gittata, un’ampia area di attività sommerse, la mancata crescita nei settori dell’economia a più alto valore aggiunto, come i servizi - basti pensare al decremento nell’ambito delle attività legate al commercio e al turismo del 2,4% - in cui l’Italia ha le potenzialità per agire da primo della classe, oltre alla scarsa propensione ad innovare del pubblico e del privato, si traducono così in  “carenza di investimenti, immobilismo del mercato del lavoro, ma anche incapacità di cavalcare le nuove e più spinte dinamiche che investono i mercati”. L’Italia risulta così essere un paese sottodimensionato strutturalmente, vittima di politiche di corto raggio e di una tendenza conservatrice che investe tutti i settori.

L’analisi termina soffermandosi sulla formazione nel nostro paese: “Il sistema educativo italiano non sembra ancora riuscire a rispondere adeguatamente alle molteplici esigenze espresse dal tessuto sociale ed economico”. Come affermato in precedenza, l’Italia non ha investito abbastanza, o lo ha fatto male, nella formazione di lavoratori specializzati: lauree triennali, percorsi formativi post-diploma non universitari, apprendistato, percorsi di istruzione e formazione professionale, istituti tecnici da una parte hanno moltiplicato l’offerta, mentre dall’altra si confrontano con una domanda di lavoro in gran parte non correlata a nessun livello d’istruzione. Significativo è quindi il problema della spendibilità dei titoli di studio. L’Italia detiene in Europa il triste primato della disoccupazione tra i laureati; inoltre coloro che fortunatamente trovano occupazione risultano sottoinquadrati rispetto al titolo di studio posseduto.

Sono segnali preoccupanti quelli lanciati dal Censis. Denotano innanzitutto il fallimento delle politiche del lavoro e dell’istruzione, imputabili alla classe dirigente degli ultimi venti anni. Scarsa lungimiranza politica, resistenza della classe imprenditoriale all’innovazione, tagli lineari a servizi come trasporto pubblico locale, comparto sicurezza, scuola pubblica e politiche sociali, errori strategici nella pianificazione industriale regalano l’immagine di un’Italia arretrata e fuori fuoco. Il rapporto fornisce comunque importanti indicazioni, fondate su innovazione e istruzione, per agire nell’immediato futuro e correggere la rotta in direzione del ruolo da protagonista che il nostro paese deve interpretare in Europa.

Die Tageszeitung - Le vere tragedie del mare

Controverso articolo del giornale tedesco. Mette l'accento sulle disparità di copertura mediatica tra la tragedia della Costa Concordia e le morti che ogni anno condannano migliaia di immigrati che cercano una via di fuga dai loro paesi.

Le vere tragedie del mare - Presseurop - Die Tageszeitung

domenica 15 gennaio 2012

Presseurop - Da THE GUARDIAN

IRLANDA 

Immobili in movimento 

In Irlanda sono centinaia le case rimaste vuote dopo il crollo del mercato immobiliare seguito alla crisi del 2008, mentre la gente dorme per strada. Un gruppo di giovani ha deciso di occuparle per denunciare quest’ingiustizia. 12 gennaio 2012 THE GUARDIAN LONDRA

PRESSEUROP

PRESSEUROP - Il meglio della stampa europea, in dieci lingue
Questo portale mette a disposizione della rete la traduzione in 10 lingue degli articoli dei principali giornali stranieri, comprese rubriche e approfondimenti.

Indipendenze europee

SCOZIA

Solo la devolution può salvare il Regno Unito 

Non tutti gli scozzesi sono d’accordo con il referendum sull’indipendenza chiesto dal premier Alex Salmond. Ma Londra deve accettare di cedere il controllo sul fisco, o finirà per perdere anche Galles e Irlanda del Nord.

Articolo originale. The Guardian.

Editoriale dell'Economist: 
Clarity, please 

Scotland is to vote on independence. The referendum should ask one question: in or out?

POLITICUSUSA - Real Liberal Politics-No Corporate Money. No Masters

Politicususa.com
According To Fox News If You Love The Planet You Hate People
It’s hard to know with these folks, but I believe they’re complaining about a fine resulting from a law passed in 2007 (naturally they fail to mention this, because that’s when George W. Bush was president hence the vague reference to the “greens” – that would be YOU, you planet loving corporation hating heathen scum). This rather poorly written law, the Energy Independence and Security Act of 2007, was designed to make the US energy independent by encouraging the use of alternative fuel types as well as reducing green house gases..

sabato 14 gennaio 2012

LA VOCE:

SPESE CON IL CONTRIBUTO DEGLI STRANIERI - Sergio Briguglio 10.01.2012 

Come saranno impiegate le somme derivanti dal contributo di soggiorno richiesto agli stranieri? Metà va a un fondo per il rimpatrio degli espulsi per soggiorno illegale. L'altra metà è suddivisa tra la missione "Ordine pubblico e sicurezza", l'attuazione delle disposizioni sull'Accordo di integrazione e le attività dello Sportello unico per l'immigrazione. Solo l'ultima si configura come la controprestazione di un servizio reso da un ente pubblico. Gli altri casi sembrano contrastare con il principio di eguaglianza e con l'obbligo generale di contribuzione. 

LA VOCE

la Voce - Rivista indipendente online di opinioni su attualità e politica.

INTERNAZIONALE

Internazionale: 10 link da non perdere
Gilles Jacquier, clementine, visti dagli altri, low cost, pesetas, Cuzco, Explainer, quadri, libri, palestra: il meglio della settimana.

INTERNAZIONALE

Internazionale - Settimanale di informazione e approfondimento. La rivista raccoglie per aree tematiche i migliori articoli pubblicati sui principali giornali del mondo. Il portale on-line permette di accedere direttamente agli articoli in lingua originale sulle testate straniere.


L’INFORMAZIONE AI TEMPI DELLA CRISI. LA TELEVISIONE SI EVOLVE.

La crisi economica sembra aver vinto il titolo di spartiacque della società italiana. Indiscutibilmente anche la televisione ha visto modificare in buona misura contenuti e modalità informative. Si sono moltiplicati i programmi d’informazione. La politica ha perso spazio sia per la natura tecnica del nuovo governo sia per l’ulteriore crisi di credibilità della classe politica. Far apparire il governo come meramente tecnico può essere interpretato come un’abile manovra istituzionale, finalizzata a rendere più digeribili provvedimenti impopolari e a deresponsabilizzare la politica stessa.

Il giornalismo italiano, quasi nel suo insieme, si stupisce del mutato interesse dei media in generale per le questioni economiche e sociali. Come un passante che cammina con lo sguardo fra le nuvole fino a che non inciampa sbattendo il muso per terra e poi si meraviglia di essere caduto, il giornalista e, soprattutto, l’editore italiano sembrano stupirsi di non aver avuto, negli ultimi 17 anni, la forza, il coraggio e il talento di imporre un’informazione svincolata dalle logiche informative dell’era berlusconiana. Montanelli sottolineava sempre la necessità di porsi al servizio del lettore, negli ultimi anni però la tendenza registrata pare essere stata di asservimento al lettore/spettatore e alle sue più profonde pulsioni.  Ciò fa e faceva ascolti e vendeva copie, a discapito, però, di un’informazione quantomeno completa.

Si è strillato a lungo sulla necessità di un’informazione oggettiva ed imparziale confondendo spesso i due termini con informazione pluralista. Ciò che più di tutto sta dimostrando Michele Santoro con la nuova multipiattaforma di Servizio Pubblico, svincolato da logiche politiche interne alla RAI, è che non interessa e probabilmente non è possibile un’informazione imparziale e oggettiva. Santoro fa sentire costantemente la sua linea editoriale lungo tutto il programma. Ogni intervento, ospite o componente sembrano avere un loro specifico ruolo all’interno del programma che ha in mente il giornalista. Non c’è spazio in Servizio Pubblico per le “chiacchiere a vanvera” che tanto avevano caratterizzato i programmi di approfondimento fino alla scorsa stagione. Due ospiti principali occupano lo spazio centrale della trasmissione, di modo che risulta diminuita la possibilità di sviare argomenti, rispondere evasivamente o in maniera tendenziosa. L’attenzione rimane focalizzata sugli ospiti. E’ già un passo avanti dalle arene politiche degli anni passati, dove più politici di ogni colore si palleggiavano responsabilità e accuse. Un disegno generale nel programma di Santoro lo si può dedurre principalmente dallo stile molto patetico dei servizi che amplificano le componenti emotive, quasi sovrapponendole ai fatti. Inoltre lo si intuisce dalla scelta degli ospiti: due ospiti isolati rendono più facile la generalizzazione nei confronti di una e dell’altra parte politica. La scelta di ospitare un personaggio come Daniela Santanchè, PDL,  di fronte al sindaco PD di Bari Emiliano, esula difficilmente da calcoli di immagine delle rispettive parti politiche. Il tentativo di far apparire la destra come ignorante, cialtrona e un poco razzista è apparso evidente.

Le immagini mostrate da Servizio Pubblico come gli interventi degli ospiti potranno quindi sembrare tendenziose, ma sono comunque importanti perché offrono una prospettiva da comparare con altre fonti e altra informazione. E’ importante che ci sia un programma come Servizio Pubblico nella misura in cui posso confrontarlo con altre idee.

La vera novità di Servizio Pubblico risiede nella modalità in cui è permesso agli ospiti di esprimersi più che nella maniera in cui trasmette. Ciò che fece Berlusconi quando fondò il suo impero televisivo non appare troppo diverso da ciò che Santoro ha realizzato tramite la sua multipiattaforma. Berlusconi comprò moltissime emittenti regionali cominciando a trasmettere tramite le loro frequenze una programmazione unificata, fruibile dall’intero territorio nazionale. Iniziò così l’era delle televisioni private, che in negli Stati Uniti e nel resto d’Europa avevano già conquistato i rispettivi mercati. Santoro ha usato una strategia simile, sfruttando la potenza di un nuovo medium in circolazione, internet. Ha avuto il coraggio di un’operazione semplice ma che nessuno in Italia aveva provato. Forte della sua autorità giornalistica, pubblicizzato in estate dalle possibilità del suo futuro in televisione, dopo la cacciata dalla RAI, ha istituzionalizzato la pratica sviluppata con l’esperimento multimediale di “RAI Per Una Notte”, agganciandola al mezzo tradizionale tramite le reti regionali, proiettato all’infinito tramite internet.

Imputare alla crisi tale rinnovamento appare comunque limitante. In Spagna, dove la televisione non è così diversa dalla nostra, di crisi si parla già da alcuni anni, nonostante siano anche qui alcuni anni che si respira un clima recessivo, fatto di cassaintegrazioni e disoccupazione, soprattutto giovanile. Probabilmente ai nostri cugini iberici mancava il fenomeno mediatico di Berlusconi, ma davvero al di fuori delle sue aziende mediatiche non è stato possibile parlare dei problemi reali che già viveva il paese o parlare delle gaffe dell’ex-Presidente del Consiglio è stata una scelta editoriale? La questione dell’utilizzo di internet segue solamente la normale evoluzione tecnologica che in tutto il mondo sta rivoluzionando l’informazione e la televisione.

Con la fine del Governo Berlusconi e l’aggravarsi della crisi non è stato possibile continuare a non parlare della situazione economica, e si è visto che faceva davvero buoni ascolti. Certo è che non si sente più nel giornalismo la necessità di difendere le scelte del Governo. Altrettanto certa è la positività di un’informazione svincolata da tale necessità. Criticare la classe dirigente, anche in funzione di interessi esterni, rimane comunque un elemento fondamentale di un sistema democratico ma solo se inserita all’interno di un pluralismo di fonti e di idee.

venerdì 13 gennaio 2012

L’OCSE ALL’ITALIA: "DISEGUAGLIANZE IN AUMENTO, SERVONO NUOVE POLITICHE SOCIALI"

La parola equità, seguendo rispettosamente la tendenza economica, si sta inflazionando, molto usata dai governi che in questi mesi stanno varando dure manovre economiche. L’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato una nota sull’Italia all’interno di un documento sulle diseguaglianze in base al reddito nei paesi membri che può fornire una prospettiva diversa e suggerire soluzioni equilibrate a chi oggi deve prendere decisioni importanti.

Leggendo il documento si immagina l’Italia come un grande gomitolo avente un’estremità impegnata a formare un maglione e l’altra a formarne un altro. Uno è il reddito degli italiani più ricchi, l’altro quello degli italiani più in difficoltà. Il gomitolo non è infinito, senza la giusta redistribuzione ci troveremmo di fronte a un maglione e ad una canottiera.

Dagli anni ’70 a oggi la forbice di diseguaglianza si è allargata costantemente con brevi inversioni di tendenza. Dividendo in percentuale gli italiani in base al reddito risulta che, mentre nel 1980 l’1% più ricco possedeva il 7% del reddito totale del paese, nel 2008 ne possedeva il 10%. In proporzione i più poveri guadagnavano un decimo dei concittadini più ricchi. Negli anni ’90 il reddito dei ricchi era invece otto volte superiore. Inoltre si è registrata una drastica diminuzione della tasse per i redditi alti, le aliquote marginali sono infatti passate dal 73% del 1981 al 43% del 2011.

Come se al povero in canottiera venisse affidata una “mamma” addizionale per coprirlo con una coperta, lo Stato tradizionalmente esercita solo la funzione assistenziale che, tuttavia, -scrive l’OCSE- ha compensato l’aumento delle diseguaglianze di reddito.

Nuove politiche fiscali e previdenziali, redistribuzione attraverso servizi pubblici gratuiti sono le strade da seguire secondo l’OCSE. Per il lavoro, infine, suggerisce alle imprese una formazione continua dei dipendenti e la creazione di posti di lavoro qualitativamente e quantitativamente migliori.

mercoledì 11 gennaio 2012

IL DEGRADO DEL PENDOLARE. FOTOGRAFIA DI UN PAESE IN CRISI.

I tagli delle Ferrovie dello Stato sulle tratte brevi hanno provocato reazioni a catena che vanno ad aggravare le già precarie condizioni dei lavoratori pendolari. Andare al lavoro nel 2012 sembra essere una versione moderna del romanzo picaresco, un’avventura formativa, tra degrado, sporcizia e normale amministrazione.
Svegliarsi la mattina presto per andare a lavorare in città fa parte della quotidianità di milioni di italiani che abitano le campagne e gli hinterland cittadini oramai da decenni. L’attenzione che le amministrazioni riversano verso tali cittadini sembra essere un’attenzione di serie B. La fine dell’ultimo decennio è stata attraversata da una revisione degli obbiettivi di servizio di Trenitalia, passata prepotentemente ai treni ad alta velocità come Freccia Rossa, e ad investimenti importanti da parte del Governo sulla TAV Torino-Lione.

L’inversione di tendenza, per un paese che ha puntato, con palesi deficienze amministrative, sui treni regionali ad alta percorrenza, svuotando d’altronde il ruolo che in altri paesi gioca il servizio di Autobus che collega splendidamente, ad esempio in Spagna, le piccole comunità lungo il territorio nazionale, ha reso la vita impossibile ai pendolari. Basta andare a farsi un giro nelle principali stazioni dello Stivale per rendersi conto del disagio vissuto da questa categoria di lavoratori.

Raccogliendo le testimonianze dei diretti interessati non si potrà che cogliere la frustrazione di sentirsi abbandonati a sé stessi. Accompagnati lungo le tratte si raccolgono immagini di “carri bestiame”, dove la gente viaggia ore stipata in carrozze disomogenee. Fanno notare i pendolari come la sporcizia regni sovrana in treni composti da poche carrozze ognuna diversa dall’altra di cui almeno due porte solitamente non funzionano. La soppressione di numerosi treni notturni ha peraltro aggravato la situazione economica dei lavoratori, costretti ad affidarsi alle ben più care tariffe diurne o ad alzarsi ben prima dell’alba a causa di orari impossibili.

La soppressione di moltissime tratte, che hanno fatto spazio ai binari dell’alta velocità, assieme ai tagli di budget sono le principali cause imputate all’amministrazione delle ferrovie e alle politiche infrastrutturali dei governi passati.

Numerose sono state le azioni di protesta negli ultimi tempi, a partire dalla manifestazione di fronte alla Regione Liguria lo scorso novembre, e sempre dalla Liguria viene l’inchiesta, portata avanti da Legambiente Liguria e dal suo presidente Santo Grammatico, denominata Pendolaria. Legambiente denuncia come solo lo 0,5% del bilancio regionale venga destinato a treni nuovi e fanno partire la richiesta alla Regione di più treni a servizio dei lavoratori. Legambiente ha inoltre organizzato un’azione dimostrativa: hanno fatto recapitare a Enrico Vesco, Assessore ai trasporti della Regione Liguria, una lettera delle rappresentanze dei pendolari, contenente i risultati dell’inchiesta, richieste e proposte concrete, da un messaggero vestito da Babbo Natale. Davanti alla famosa “letterina” l’assessore si è comunque schierato dalla parte dei lavoratori pendolari, denunciando l’effettiva precarietà dei trasporti regionali, imputando però la totalità delle responsabilità al taglio dei finanziamenti agli enti locali voluta dal precedente e dal corrente Governo. Il tema delle risorse risulta quindi fondamentale per le amministrazioni locali, pronte a dare battaglia per riottenere, almeno in parte e per ora a parole, i fondi persi, così da poter garantire al cittadino un servizio decente e degno di un paese civile.

TUNES FOR THE LONDON'S FRIEND

Miss Chang feat Taiwan MC & Cyph4 - Chinese Man



Chinese Man - Racing With The Sun


Is The U.S. Ready For A Mormon President?
Dall'Huffington Post il reporter Jaweed Kaleem si interroga sulle possibili difficoltà degli americani ad accettare un candidato come Mitt Romney, mormone convinto, nuova stella dei repubblicani.
Foxconn Is Still a Hard Place to Work
Le condizioni di lavoro negli stabilimenti cinesi della Foxconn, costruttrice di Xbox e iPhone come di altri prodotti Microsoft e Apple, continua a destare preoccupazione e indignazione. La Foxconn è infatti tristemente famosa per il numero di suicidi tra i propri dipendenti.

martedì 10 gennaio 2012

La boite verte : Site de découverte sur la photographie 
Questo sito francese spazia tra le arti grafiche presentando foto, dipinti, immagini da tutto il mondo e di ogni genere. Visitatelo.

La belle comète Lovejoy











Italia-Calabria-Cosenza

Bomba al Capital Cafè, il prefetto: "Nessun allarme criminalità" 

Il prefetto di Cosenza, Cannizzaro, alla fine della riunione operativa che si è tenuta questa mattina in Prefettura ha dichiarato: "Non c'è un fenomeno di allarme in questa città"
Impulsion-The trip

AUDIO VIDEO DISCO-JUSTICE


FUGA DALLA REALTA'- parte 1

Indipendenze europee

La Lega Nord attraversa una fase di aspre polemiche. Ha rispolverato la secessione dall'Italia in nome della Padania. Da sempre a difesa del territorio e contro la globalizzazione è in questi giorni nell'occhio del ciclone per presunti investimenti in Tanzania dei rimborsi elettorali.
The Economist affronta la questione scozzese, nodo spinoso della politica interna del Regno Unito. Storicamente la Scozia avanza pretese di indipendenza nonostante un regime di semi-autonomia dalla corona britannica. Tutto questo in contemporanea con le richieste dei giorni scorsi, da parte del neo-Primo Ministro della Jamaica, Portia Simpson Miller, di uscire dal Commonwealth e ottenere lo status di Repubblica.

David Cameron tells Scottish nationalists to put up or shut up on independence. The Economist.

Lo "strappo" della Giamaica "Basta regina, vogliamo la repubblica". La Repubblica.

lunedì 9 gennaio 2012

Cracked

8 Gratuitously Violent Horror Movie Scenes (from the Bible)

Sciopero Generale in Nigeria

SCIOPERO GENERALE IN NIGERIA: NOTIZIE DALL’AFRICA

Come annunciato, oggi, 9 gennaio 2012, si sono riversate per le strade della Nigeria migliaia di cittadini, per protestare contro il taglio del sussidio statale sui carburanti. La tensione nel paese ha raggiunto livelli preoccupanti, sommando le tensioni sociali a quelle religiose che da alcuni mesi vedono contrapporsi, soprattutto al nord, musulmani e cristiani. Questi ultimi sono stati vittime di numerosi attentati da parte della setta religiosa di matrice fondamentalista islamica Boko Haram.

La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa con i suoi 160 milioni di abitanti, ha una crescita importante pari all’8,4% nel 2011 ma presenta squilibri sociali frutto della corruzione, degli strascichi di una guerra civile molto sanguinosa e di un penoso ritardo nello sviluppo di infrastrutture adeguate. Si calcola che il 70% del combustibile adoperato in Nigeria viene importato, a fronte di una produzione di 2.4 milioni di barili di petrolio al giorno.

Lo sciopero, organizzato dal Congresso dei Sindacati (TUC) e dal Congresso del Lavoro della Nigeria (NCL), principali sindacati del paese, ha preso il via in risposta all’annuncio del Governo, il primo dell’anno, di abolire l’oil subsidies, ovvero sovvenzioni statali volte a calmierare il prezzo della benzina al dettaglio all’interno del territorio nazionale.

I nigeriani, che di media vivono con meno di 2 dollari al giorno, secondo i media occidentali, potrebbero sentirsi doppiamente presi in giro. Sul quotidiano tedesco Die Tageszeitung Dominic Johnson scrive che già hanno subito il fatto che i sussidi hanno arricchito generazioni di politici corrotti, affaristi senza scrupoli e militari che importavano prodotti raffinati, ottenevano i sussidi per la vendita al dettaglio,  e li rivendevamo a prezzo di mercato ai paesi limitrofi,  dal 2012 dovranno anche rinunciare all’unico beneficio che ricevevano da questo sistema viziato: la benzina, salita da 0,30 a 0.60 , con punte di 1,20 €, ha provocato l’aumento indiscriminato dei beni di prima necessità e dei principali servizi.

Sui siti on-line della BBC e della CNN, due “istituzioni” dell’informazione occidentale, la notizia occupa un grande rilievo. Le agenzie di stampa americane e inglesi coprono il territorio africano assieme ai francesi, determinando necessariamente l’orientamento, la quantità e il modo di proporre la notizia. Prevalentemente la BBC e la CNN mantengono un profilo neutrale, con le rispettive differenze, raccontando in principio i fatti salienti: la gente in strada, un massiccio dispiego di polizia (23.000 unità), la repressione brutale (si parla già di tre morti e molti feriti in giro per il paese) e le dure proteste (bloccato l’aeroporto di Abuja, bloccata un'autostrada); proseguono raccontando le voci delle istituzioni nigeriane: il Capo dello Stato Jonathan Goodluck difende la misura. Per il Presidente il sussidio avvantaggiava solo gli speculatori del petrolio e i soldi risparmiati, circa 6,3 miliardi di dollari nel 2012, andranno a finanziare la costruzione di infrastrutture come strade e raffinerie. Le opposizioni chiedono al contrario il reintegro del sussidio, certi che i proventi andranno solamente a regalare dividendi alla classe dirigente corrotta e negligente.

Nonostante la BBC presenti numerosi inviati sul luogo non viene delineata sufficientemente la posizione della popolazione, forse troppo frastagliata. Gli interessi occidentali in Nigeria sono grandissimi, a partire da quelli delle Sette Sorelle del petrolio. La distanza geografica e gli interessi economici rendono difficile la strategia dell’empatia nei confronti delle popolazioni in rivolta – così come succede con il Nord Africa ed il Medio Oriente -, ma rimane interessante osservare l’approccio istituzionale che presenta la notizia di una protesta sanguinosa. In questi giorni in Europa si stanno riscontrando aumenti consistenti del prezzo dei carburanti, sarà interessante osservare come i giornali, soprattutto italiani, presenteranno la protesta e sotto che luce metteranno le motivazioni che la sospingono.

In ogni caso l’impatto mediatico della notizia porta in ogni caso a guardare le protesta sotto un’ottica “nostrana”. La CNN associa inspiegabilmente i nigeriani agli studenti di Occupy, Le Monde, francese, introduce la notizia sottolineando il «pericolo» internazionale di una Nigeria instabile. Stranamente El Mundo, quotidiano spagnolo, parla di un taglio del 25% degli stipendi dei funzionari statali, varato assieme al taglio dei sussidi, mentre la BBC parla di un 25% di decurtazione dello stipendio per le maggiori cariche dello Stato.

Tutti comunque manifestano preoccupazione soprattutto per l’escalation di violenza che le proteste potrebbero aggiungere alla tensione religiosa che vive il paese. I conflitti religiosi, 17 morti tra i cristiani solo pochi giorni fa, sembrano essere l’unico aspetto interessante che i giornali italiani vedono in Nigeria. La notizia dei morti e delle proteste non è pervenuta in nessun quotidiano on-line. Nonostante la Nigeria rappresenta, dopo il Sudafrica, il secondo partner commerciale dell’Italia nell’Africa subsahariana, forte, con l’ENI in testa, di massicci investimenti soprattutto nel settore petrolifero, i media italiani premono sulle stragi dei cristiani, comunque importanti, ma restano impassibili alle proteste. Vedremo nei prossimi giorni. 

Nigeria Made in Italy

Lettera43 - quotidiano on-line: piattaforme pericolose


Report - La ricaduta
È guerra aperta nel Delta del Niger. Questi tralicci incendiati sono i resti delle piattaforme assaltate e distrutte: un avvertimento sulle intenzioni del cosiddetto fronte per la difesa delle popolazioni locali. Da una parte le multinazionali che controllano gli enormi giacimenti di petrolio e gas sul fondo del delta del Niger, dall'altra il governo che da queste ricchezze dovrebbe ricavare benessere per la popolazione. In mezzo bande armate. La Nigeria è il primo produttore africano di petrolio, e l’ottavo del mondo, con una potenzialità stimata in 35 miliardi di barili. Da solo fornisce più del venti per cento del fabbisogno degli Stati Uniti. Lungo il delta ci sono le piattaforme e i pozzi di estrazione di Shell, Total, Texaco, Agip. La Shell, da sola sfrutta il 48 per cento del totale

Media Nigeriani: segui la notizia

Guardian
This Day Live
Vanguard
Daily Times of Nigeria

Die Tageszeitung:

ÖLPREIS IN NIGERIA 
Subventionsstopp entzürnt das Volk 
Nach der Terrorwelle Weihnachten explodieren Neujahr die Treibstoffpreise. Das haben sich nicht einmal die Militärdiktatoren der Vergangenheit getraut - aus Angst.

Le Monde:

Le Nigeria et la menace d'une guerre civile 
Edito du "Monde" : Le gouvernement de Goodluck Jonathan risque une grève dure et violente dans un pays déjà en proie à un début de guerre civile.

CNN:

What is behind Nigeria fuel protests? 
Thousands of Nigerians have taken to the streets to protest over the removal of fuel subsidies -- a decision that nearly doubled the price of fuel overnight. What is the background to the decision and what happens next?

BBC:

Nigeria strikes over fuel costs 
A nationwide strike begins across Nigeria over the elimination of a government fuel subsidy that has seen sharp price rises.

El Mundo:

ÁFRICA Corte de carreteras y cierre de oficinas
Comienza una huelga indefinida en Nigeria por la carestía de la gasolina 
La retirada de las subvenciones a los carburantes se incluye dentro del paquete de medidas de ajuste aprobadas por el Gobierno.