giovedì 5 gennaio 2012

TASSA SUL PERMESSO DI SOGGIORNO: IL GOVERNO APRE IL DIBATTITO.


I giornali, così come le rispettive testate on-line, hanno lanciato la notizia dell’intenzione del governo, espressa da una nota congiunta dei ministri dell’Interno Anna Maria Cancellieri e della Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi, di riflettere sulla Tassa di Soggiorno, promulgata dal precedente Governo Berlusconi, che dovrebbe divenire effettiva il prossimo 30 gennaio. La tassa consiste in un contributo, variabile dagli 80 ai 277 euro, in base alla durata del permesso di soggiorno. I soldi ricavati andranno a supportare il “fondo rimpatri” voluto sempre dal precedente governo.

L’argomento risulta di per sé molto facile a interpretazioni e soprattutto, attraverso semplici stratagemmi  linguistici, semplicemente asservibile a messaggi differenti che possono essere mandati ai differenti lettori delle testate.

In un momento politico delicato, dove i partiti sembrano affrontare una quotidiana campagna elettorale, per mantenere salda la propria base elettorale di fronte alle impopolari misure del Governo Monti, la questione dell’immigrazione, cavallo di battaglia politico di molti schieramenti, per differenti motivi a destra come a sinistra, sembra attraversare un’attenzione mediatica per certi versi ambigua. I giornali tradizionalmente di destra come Libero o il Giornale tendono a dedicare molta attenzione a specificare la provenienza straniera delle mani criminali del nostro paese, sottovalutando altri aspetti altrettanto rilevanti, caratteristica che, per funzionalità giornalistica o per calcolo economico, sembra essersi diffusa tout court nel panorama giornalistico. Gli ultimi episodi di cronaca nera hanno però messo un freno a questa tendenza, laddove il dibattito su un’Italia razzista ha perso numerosi sostenitori dell’idea contraria. La strage di senegalesi a Firenze come la recentissima brutale uccisione di una bambina e suo padre, di origini cinese, uccisi per l’incasso del loro negozio a Tor Pignattara a Roma, sono segnali che non possono che far rimettere nel cassetto, in attesa di tempi migliori, parole di intolleranza, frutto di calcoli politici tanto spesso urlate dalle pagine dei giornali.

E’ così che troviamo ne il Giornale l’unica testata che ci riferisce le dichiarazioni del PdL sull’argomento. Poche e isolate dichiarazioni come “razzismo all’incontrario” caratterizzano il centro-destra, impegnato in una difficile riconquista dell’elettorato cattolico, lasciando nelle mani della Lega una battaglia che, dagli ex-AN agli ex-Forzisti, ha cavalcato per anni. Oggi non ci si può permettere di apparire razzisti, a meno che non si abbia un elettorato che questo chieda esplicitamente. La Lega risulta quindi essere la notizia su molti quotidiani: se il Messaggero pone l’accento sulle barricate della Lega, contro qualsiasi modifica alla tassa, la Nazione, l’Unità, il Tempo dedicano la maggior parte dell’articolo a riferire le opinioni degli esponenti leghisti.

Giornali come Libero, il Giornale e il Corriere della Sera sembrano esplicitamente ricondurre l’intera polemica all’attuale governo Monti. Appare palese il gioco linguistico che rende difficoltoso attribuire la tassa al precedente governo, lasciando intendere come l’intera diatriba derivi da contrasti interni all’attuale governo: la parola chiavi di tutti e tre gli articoli è “retromarcia del governo”.  Libero parla addirittura di un annuncio del 2 gennaio: “aumenteremo fino a 200 euro la tassa per il permesso di soggiorno”.  Annuncio che non ho potuto verificare né accedendo al link dell’articolo stesso né sfogliando altri quotidiani. Così com’è costruita la frase, inoltre, sembra suggerire una tassa unica di 200 euro senza eccezioni, amplificando la componente sensazionale del contenuto. La notizia per Libero è che Monti vuole salvare gli immigrati dalla crisi facendo pagare tutto agli italiani. La notizia diventa così funzionale ad un attacco diretto a Mario Monti. Il Giornale, nonostante un titolo vagamente ambiguo procede con più equilibrio così come il Corriere della Sera. I titoli infatti rappresentano l’elemento più ambiguo delle testate on-line, spesso, come sul sito de l’Avvenire, diverso e più strillato sulla prima pagina rispetto al titolo dell’articolo. E’ una normale strategia editoriale che però rischia in molti casi di confondere il lettore, negandogli la notizia per quello che è, delegando al titolo il commento dell’intera notizia, sviluppata invece attraverso uno sterile resoconto delle dichiarazioni politiche.

Se la Repubblica e il Fatto Quotidiano pongono l’accento sulla notizia, cioè che il governo rifletterà sulla tassa, il Secolo XIX e la Nazione puntano sul sentimentalismo, sottolineando la questione degli immigrati come bersagli privilegiati della crisi.

Fatto sta che la notizia viene trattata in tre modalità differenti:
  1. Il Governo rifletterà sulla Tassa di Soggiorno, istituita dal precedente governo.
  2. Il Governo fa retromarcia rispetto ad una tassa presumibilmente varata dal governo Monti.
  3. La Lega fa le barricate contro il Governo.

I calcoli politici di tutte le interpretazioni sono facilmente desumibili e spesso rispondono a logiche extra-giornalistiche. I giornali devono vendere e devono trovare finanziamenti, logiche di semplificazione del linguaggio, come la necessità di catturare l’attenzione del lettore non devono però intaccare il nocciolo della notizia, distogliendo dal reale contenuto sia dell’articolo che dell’avvenimento in sé.

Da segnalare l’articolo de il Sole 24 Ore, l’unico che mette in evidenza in maniera chiara e ordinata l’origine della tassa e la sua destinazione. E’ inoltre l’unica testata che approfondisce in dettaglio che cos’è la Tassa di Soggiorno, in rilievo rispetto al resto dell’articolo.

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